Driiinnn!!! È lunedì, è il suono della sveglia che rompe il silenzio del buio del sonno. Mancano cinque giorni al week end ed è solo l’inizio di una settimana pesante, devo andare in ufficio.
Svantaggi: sono stanco, non ho voglia, sono di cattivo umore.
Vantaggi: ho un lavoro, uno stipendio e colleghi sopportabili.
Mi alzo e come se non bastasse sbatto il mignolo contro lo spigolo del comodino, saltellando raggiungo l’armadio, almeno trovo la camicia già stirata.
È ora di fare colazione, ma il frigo è vuoto. Due uova solitarie mi guardano sorprese. La voce nella mia testa mi rimprovera: sono il solito disorganizzato! Panico! Cosa devo fare? Se andrò al bar arriverò tardi e se non farò colazione sverrò di fronte al cliente. Ecco che entro in panico, l’ansia mi toglie il respiro, il battito cardiaco sale al ritmo delle lancette, tic-tac, tic-tac. Le uova continuano a guardarmi con fare minaccioso. Faccio un profondo respiro per recuperare la calma, e così mi rendo conto che devo solo applicare quello che in inglese chiamano “problem solving”.
Le possibilità sono le seguenti: vado a fare la spesa, mangio le crocchette del gatto, busso dai vicini per farmi prestare del latte magari con dei biscotti, mi fermo in auto al fast food, chiamo il servizio a domicilio per farmi portare qualcosa in ufficio o mentre sono al semaforo oppure mi cucino le due uova.
Per la spesa non c’è tempo, le crocchette lasciamole ai gatti, i vicini mi prenderebbero per matto, la consegna in ufficio non è consentita dal capo e non è certo prevista per strada, per il fast food dovrei fare una deviazione aumentando il tempo che passerei imbottigliato nel traffico. Vada per le uova! Sono veloci, nutrienti e a portata di mano.
Va bene, cucinerò le uova in camicia sperando di non sudare sette camicie o sporcarmi quella che ho addosso.