Sono una foglia caduca
Sdraiata a terra
In un viale di luci a neon che brillano più di una luna
Non sono sola ma è come se lo fossi
Niente più mi attraversa
La gente mi passa sopra, come se niente fosse
Nata in primavera, morta d’autunno
Aspettando il mio giorno che, non è arrivato
Il vento mi accarezza e sembra di volare
Ma poi in questo giuoco cado nuovamente a terra
Monarchia e apoteosi di vita,
quella che non vi è più.
A volte la storia sembra orientata verso la rinascita, primavere di vita, pace; ma come d’autunno non sempre, nel gran gioco, la prospettiva di vita è duratura.
Al rientro dall’ufficio, lungo il cammino verso casa e in pieno attacco di panico, il signor K intravede foglie di tanti colori che tolgono il grigiore della giornata e dalla sua vita. Identificandosi in esse, si rende conto che non sono così lontani i colori dell’arcobaleno; ma il pensiero va sempre nella stessa direzione: il lutto. Tante persone se ne sono andate.
Quasi ad abituarsi alla solitudine e grazie a un filo di speranza continua il suo percorso. Intravede le foglie dei platani. Ritornano in un flashback i ricordi luminosi di una vita vissuta. Come può tanta armonia convivere con la morte?
La sua vita scritta in un libro, come le persone a lui care. Non si vive nel passato, ma nel presente. Questo pensiero persistente lo aiuta ad andare avanti. Tante riflessioni affollano la sua mente, ma si rende conto che è tutto finito. Sarà davvero così…
Trema come una foglia, ha paura, sta per cadere, nella magia di un volo, l’ultimo volo; cadere, rialzarsi, così è la vita, una ruota di colori e stagioni.