19 Luglio1992, Palermo. Ultimi istanti di vita del magistrato Paolo Borsellino.
Una calda giornata d’estate, Paolo aveva appena finito di pranzare, si apprestava a lasciare la famiglia, mentre la figlia gli consegnava l’agenda rossa, fondamentale per i suoi contenuti…
In programma una visita rapida alla madre in via d’Amelio;
ma questa strada è rimasta nella memoria collettiva come ricordo che evoca il periodo più buio della storia italiana.
Paolo Borsellino con Giovanni Falcone hanno condotto un sistematico e duro lavoro di lotta nei confronti della mafia.
In ambedue gli attentati la dinamica dell’uccisione usata dalla mafia è la stessa.
Loro, insieme agli agenti della scorta, sono rimasti vivi nei nostri cuori.
La storia di lotta alla mafia di Paolo Borsellino si intreccia con quella dell’agente di scorta Emanuela Loi; vite che sono terminate negli stessi istanti mentre svolgevano un lavoro che non ha prezzo…
Ma chi è Emanuela Loi?
Tra la scorta, caduta nell’attentato di Via D’Amelio, c’era anche Loi Emanuela un’agente di polizia sarda, una tra le prime donne assegnate in Italia al servizio scorte anche una delle prime a perdere la vita nell’adempimento del proprio dovere. Uso il presente perché è come se fosse ancora viva, è viva nei nostri cuori, difficile da dimenticare per il servizio che ha prestato allo Stato. Nella memoria di questo magistrato c’è anche un po’ di Sardegna infatti Emanuela nacque a Cagliari nell’ottobre 1967, era residente a Sestu. Dopo aver conseguito il diploma magistrale, entrò nella Polizia di Stato nel 1989 e frequentò il 119º corso presso la Scuola Allievi Agenti di Trieste. Fu trasferita a Palermo due anni dopo. Emanuela si stabilì presso il complesso delle Tre Torri in Viale del Fante destinato a poliziotti e carabinieri fuori sede. Le affidarono i piantonamenti a Villa Pajno, a casa dell’onorevole Sergio Mattarella, la scorta alla senatrice Pina Maisano Grassi e il piantonamento del boss Francesco Madonia. Nel giugno del 1992 venne affidata al magistrato Paolo Borsellino. Emanuela non aveva paura del nuovo incarico ricevuto, tanto da rassicurare i genitori, dopo la strage di Capaci, che non le sarebbe successo niente. Agente della scorta del magistrato Paolo Borsellino, il 19 luglio 1992 con lei persero la vita, oltre a Paolo Borsellino, i colleghi Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. Da anni sua sorella Maria Claudia ne tiene vivo il ricordo nelle scuole e anche grazie all’associazione contro le mafie “Libera”.
Questa che vi abbiamo raccontato è una delle tante storie che non possono essere dimenticate così facilmente. Infatti ogni anno il magistrato Paolo Borsellino viene ricordato affinché non solo gli adulti ma anche i giovani possano vivere in un mondo diverso da quello che ha costruito la mafia. Nelle manifestazioni che si fanno in memoria del magistrato i giovani vengono da tutt’Italia e si recano a Palermo per essere solidali allo Stato e per gridare che i cittadini palermitani non sono soli e che lo Stato non li ha abbandonati.
A difesa dei diritti civili, si organizzano manifestazioni per esprimere solidarietà nei confronti dello Stato e per la lotta contro ogni organizzazione mafiosa.