Il 29 Settembre 2020 la Redazione “La senti questa voce” ha avuto l’onore di intervistare il giornalista Luca Telese. L’occasione è il suo ultimo libro “Cuori rossoblu”, che tratta di quella che è stata la storia del Cagliari Calcio dal suo primo scudetto vinto nel 1970 al suo centenario della fondazione. Nell’intervista Luca ripercorre le tappe di quei giocatori protagonisti come Gigi Riva, nominato Rombo di tuono, Nenè e Tommasini, che portarono il Cagliari alla vittoria. Inoltre Luca ha fatto una distinzione tra il calcio di una volta e quello di oggi e la passione dei ragazzi nel praticare questo sport.
“Sì, una ragione di cuore, ero interessato alle storie e alle biografie” ci dice Telese parlando della sua opera. “Sedici personaggi straordinari che nel ’69 si ritrovarono nel Cagliari uniti nell’impresa, erano in qualche modo rappresentativi dell’Italia e della Sardegna di quel tempo.”
Parlando di crisi dello sport e di come i giovani siano ancora molto attratti dalla carriera calcistica, Luca Telese conferma:
“Sì, sono molto attratti, anche se la cosa più evidente che il calcio di oggi non è quello di allora. È un calcio diverso, più sponsorizzato, molto più griffato, meno romantico. Ecco mi piaceva questo aspetto romantico di quell’impresa e di quel modo di giocare.”
Passando ai valori che lo sport può offrire oggi rispetto al passato, il giornalista ci fa notare:
“Lo sport è un serbatoio di valori straordinari. Cioè riuscire col minor numero di giocatori utilizzati a vincere contro le grandi squadre del nord è la dimostrazione che ogni obbiettivo è raggiungibile nella vita”.
Il legame stretto che lega Telese e il Cagliari ha radici profonde, come ci racconta il giornalista:
“Intanto il caso ha voluto che sia nato a Cagliari solo due giorni prima dello scudetto vinto contro il Bari e mia madre ebbe un parto cesareo, narcotizzata, si svegliò praticamente la mattina del 12 aprile e vide un infermiere con uno striscione quasi sopra il suo letto. Lei disse -ma è per Luca?- E gli infermieri risposero -ma quale per Luca! Il Cagliari ha vinto lo scudetto!!!- Questo legame è frutto del destino, poi ci sono cose più drammatiche, come l’infarto di mio zio quando venne inaugurato lo stadio Sant’Elia.”
Nella parte centrale del libro, Telese evidenzia che campioni non si nasce ma si diventa. Nel capitolo pagelle illustra come si può essere stroncati da un giudizio negativo, spesso fatto troppo presto, come era successo a Gigi Riva con le critiche di Gianni Brera.
“Poi dopo anni, quando Riva esplose come talento, Brera disse: -io qui ti ribattezzo Rombo di tuono!- costruendo l’epica di quel sopranome che ha per metà una vocazione di guerra e per metà un nome di capo indiano. Se Riva avesse smesso di giocare nel ’62 avremmo avuto soltanto la stroncatura, mentre lui ha continuato a giocare ed è riuscito a essere quello che voleva. Per questo motivo la stroncatura è totalmente dimenticata e ci ricorderemo solo di Rombo di tuono.”
Facendo un confronto tra campioni di ieri e campioni di oggi, quali sono le peculiarità che contraddistinguono le differenze dovute dal tempo?
“Allora, è un discorso complicato. Io penso che i campioni non siano un’equazione matematica ma una sofisticata alchimia. Uno come Riva, con quella forza, motivazione e capacità sarebbe diventato un campione in ogni tempo. Lo stesso Scopigno, che allenava con le battute, con i silenzi, con lo studio psicologico; oggi nel calcio – teatro, avrebbe trovato un posto. In un mondo diverso avrebbe avuto queste straordinarie qualità, quindi il problema non è come si comportavano allora, ma l’intelligenza con la quale rispondevano alle sfide.
Sono certo che loro oggi sarebbero comunque i numero uno.
La redazione ringrazia vivamente Luca Telese per l’intervista concessa. la disponibilità e sensibilità nei nostri confronti è motivo di ulteriore carica per andare avanti orgogliosi del nostro lavoro.